In Brasile, storicamente, la definizione del regime di cambio è realizzata dal Governo tramite misure di controllo di cambio. Il controllo di cambio brasiliano non è realizzato solo attraverso la regolamentazione di cambio, ma anche tramite regole fiscali e di commercio estero, tra gli altri, con l'obiettivo di stimolare o disincentivare l'ingresso di capitale straniero nel Paese e gli investimenti brasiliani all'estero.
In questo contesto si possono menzionare i recenti aggiornamenti istituiti dalle autorità fiscali brasiliane nella legislazione tributaria con l'obiettivo di aumentare le aliquote delle imposte che incidono sul capitale straniero che entra in Brasile, al fine di contenere il crescente apprezzamento del real rispetto alle altre monete straniere, come il dollaro.
4.1 Controllo del Cambio
In Brasile, il controllo del cambio è strettamente correlato con la regolamentazione del flusso internazionale di capitali. Storicamente, la regolamentazione del flusso internazionale di capitali presenta barriere per le rimesse all'estero, in virtù della tutela della moneta nazionale. Nel decennio degli anni '30, a seguito di bruschi crolli dei prezzi dei prodotti di base che rappresentavano una porzione rilevante delle esportazioni nazionali, furono definite le prime norme con l'obiettivo di strutturare il mercato di cambio brasiliano.
In questo contesto furono redatte norme per stabilire l'obbligatorietà dell'ingresso delle risorse estere delle esportazioni brasiliane nel Paese, come il Decreto n° 23.258/33, attualmente revocato, e il Governo brasiliano cominciò a promuovere un rigoroso controllo sugli esportatori per evitare la permanenza all'estero delle loro risorse. Tale controllo sul cambio si giustificava perché, all'epoca, gli utili derivanti dalle esportazioni rappresentavano la principale fonte di risorse in grado di contribuire all'equilibrio della bilancia dei pagamenti del Paese.
Solo nel decennio degli anni '60 furono redatte le due principali norme legali che trattano del capitale straniero e del controllo del cambio: la Legge n° 4.131/62 e la Legge n° 4.595/64.
La Legge n° 4.131/62 definisce norme importanti sulla definizione del capitale straniero, le modalità degli investimenti stranieri in Brasile e la necessità della registrazione di tali investimenti alla Banca Centrale.
La Legge n° 4.595/64 definisce le regole generali del sistema finanziario e la creazione del Consiglio Monetario Nazionale (CMN) e della Banca Centrale. Dalla redazione di questa legge, il controllo e la regolamentazione del mercato del cambio è passato a essere esercitato dal CMN e dalla Banca Centrale. Il CMN è responsabile dell'elaborazione della politica di cambio generale del Brasile e, in accordo con le direttrici stabilite dal CMN, dei controlli sul cambio, le regole che influenzano il capitale straniero e la gestione delle riserve internazionali brasiliane, sono sotto la giurisdizione della Banca Centrale.
La Legge n° 4.131/62 e la Legge n° 4.595/64 alterarono il panorama legislativo del mercato di cambio e degli investimenti stranieri in Brasile e sono tutt'oggi in vigore, in quanto contengono i dettami fondamentali in materia di regime di cambio.
4.2 Il Regime di Cambio e il Mercato del Cambio Brasiliano
In Brasile, fino al 1988, il regime di cambio in vigore era il regime dei tassi ufficiali, nel quale tali tassi erano definiti dal rispettivo governo, e non dalla domanda di mercato. Il mercato di cambio quindi era il mercato di cambio ufficiale, totalmente regolato dalla Banca Centrale.
Il regime dei tassi ufficiali era un riflesso delle successive crisi di cambio affrontate dal Brasile, le quali palesarono al Governo Brasiliano la necessità di stabilire limiti ed imposizioni burocratiche per l'acquisizione di moneta straniera.
Come conseguenza del mercato ufficiale di cambio e dei controlli di cambio molto rigidi, si registrò lo sviluppo del mercato denominato "parallelo", il quale non era previsto da nessuna regolamentazione e non era nemmeno riconosciuto dalle autorità brasiliane. In tale mercato parallelo, la moneta straniera era negoziata in modo illegale, con tassi differenti da quelli esistenti sul mercato di cambio ufficiale.
Per rispondere alla crescita del "mercato parallelo", nel 1988 fu creato il mercato di cambio dei tassi fluttuanti, conosciuto come "cambio turistico" per mezzo della risoluzione del CMN n° 1.552/88, attualmente revocata. Tale mercato rappresentava un mercato di cambio differente dal mercato di cambio ufficiale, nel quale le monete straniere potevano essere negoziate a prezzi e a condizioni liberamente pattuite. In questo modo, il mercato di cambio dei tassi fluttuanti si caratterizzava per la libera fluttuazione (o variazione) dei tassi di cambio, che obbediscono all'offerta e alla domanda di moneta straniera. Il mercato di cambio dei tassi fluttuanti marcò l'inizio della flessibilità del mercato di cambio brasiliano.
Nel 1990, il CMN stabilì il cosiddetto mercato di cambio dei tassi liberi, tramite la Risoluzione CMN n° 1.690/90, attualmente revocata. Il mercato di cambio dei tassi liberi ha sostituito il regime di cambio dei tassi ufficiali, e il regime di cambio brasiliano è passato ad essere un regime dei tassi fluttuanti, rappresentato da un mercato dei tassi fluttuanti, e da un regime di tassi liberi, rappresentato da un mercato dei tassi liberi.
Il primo movimento normativo al fine di unificare entrambi i mercati è avvenuto all'inizio del 1999, quando la Banca Centrale definì norme con l'obiettivo di unificare i tassi di cambio negoziati su entrambi i mercati. Il Comunicato n° 6.565/99, redatto dalla Banca Centrale, informò il mercato che, a partire dal 18 gennaio 1999, la Banca Centrale "lascerà che il mercato interbancario (...) definisca il tasso di cambio", evidenziando, comunque, che la Banca Centrale "potrà intervenire nei mercati, occasionalmente, con l'obiettivo di contenere i movimenti disordinati dei tassi di cambio".
In questo modo, dal 1999, fu adottato in Brasile il regime di cambio dei tassi fluttuanti, con un minimo intervento statale.
4,2,1 Unificazione dei mercati di cambio brasiliani
Dall'unificazione dei mercati di cambio in poi, il Brasile ha registrato un significativo sviluppo del proprio sistema di cambio, specialmente attraverso la redazione della Risoluzione n° 3.265/05. Come sopra esposto, le operazioni di cambio nel mercato brasiliano furono realizzate principalmente nel mercato di cambio dei tassi liberi, il mercato commerciale, come era conosciuto, e nel mercato dei tassi fluttuanti. La Risoluzione n° 3.265/05 unì i due mercati.
A completamento dell'unificazione dei mercati commerciale e del tasso fluttuante, la nuova regolamentazione di cambio ampliò le possibilità di acquisizione e vendita di moneta straniera, così come la realizzazione di investimenti brasiliani all'estero, entrambi i casi in relazione a persone fisiche e giuridiche brasiliane, senza limite di valore.
Tramite la Risoluzione n° 3.265/05, il mercato commerciale e il mercato dei tassi fluttuanti divennero parte dello stesso mercato di cambio.
In seguito a questo unione, il libero accesso al mercato di cambio brasiliano divenne la regola. La sopra menzionata Risoluzione fu revocata dalla Risoluzione CMN n° 3.568/08, attualmente in vigore, la quale conservò la premessa del libero accesso al mercato di cambio e presentò regole ancora più flessibili.
Il libero accesso al mercato di cambio è previsto nell'articolo 8° della Risoluzione in verbis: "Art. 8°. Le persone fisiche e giuridiche possono comprare e vendere moneta straniera o realizzare trasferimenti internazionali in reais, di qualunque natura, senza limiti di valore, essendo la controparte dell'operazione un agente autorizzato ad operare sul mercato di cambio, considerando la legalità della transazione e tenendo come base il fondamento economico e le responsabilità definite nella rispettiva documentazione".
Considerando le predisposizioni di legge sopra menzionate, le persone fisiche brasiliane non devono avere restrizioni di accesso al mercato di cambio con la finalità di rimettere i fondi depositati in Brasile verso l'estero, dal momento che l'operazione di cambio sia realizzata tramite un agente autorizzato, cioè un'istituzione finanziaria autorizzata ad operare sul mercato di cambio dalla Banca Centrale (agente autorizzato). Si consideri anche che la rimessa di risorse deve essere realizzata in accordo con i principi stabiliti nell'articolo 8° della Risoluzione CMN n° 3.568/08: legalità di transazione, basi economiche e analisi delle responsabilità definite nella rispettiva documentazione.
Oltre a ciò, come risultato della Risoluzione CMN n° 3.265/05, la Banca Centrale ha redatto la Circolare n° 3.280/05, che ha introdotto il Regolamento del Mercato di Cambio e Capitali Internazionale (RMCCI). Il RMCCI, aggiornato di volta in volta, è uno strumento fondamentale sulla regolamentazione di cambio brasiliana.
Quindi, il mercato di cambio brasiliano è attualmente molto più flessibile rispetto al passato. Ora le operazioni di cambio possono essere liberamente realizzate, ammesso che i principi sopra menzionati siano rispettati. Si tenga in considerazione che alcune istituzioni e mezzi di investimento, come istituzioni finanziarie e fondi di investimento, sono ancora soggetti a regole di cambio specifiche del settore, che non saranno analizzate in questo capitolo poiché esulano dal tema.
4.3 Conti dei non residenti e Trasferimento Internazionale in Reais
Il Regolamento del Mercato di Cambio e Capitali Internazionali (RMCCI) prevede che le persone fisiche o giuridiche, residenti, domiciliate o con sede all'estero possano essere titolari di conti di deposito in real in Brasile. I titolari dei conti in questione dovranno essere registrati alla Banca Centrale nel momento dell'apertura del conto, e la movimentazione si può realizzare tramite trasferimenti unilaterali in reais, ai quali sono applicate le stesse regole applicate alle operazioni di cambio.
In questo modo i trasferimenti internazionali in reais rappresentano movimentazioni di conti corrente in reais, aperti e detenuti in banche in Brasile da parte di persone non residenti in Brasile. La movimentazione di tali conti è limitata alle movimentazioni proprie da parte dei titolari o alle rimesse documentate.