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Quello che manca ora in Italia,
la sensazione di avere un futuro, in Brasile c’è.
Non è tutto facile, ma si può fare. Qui respiriamo ansia del
domani, paura, austerità. Là c’è un Paese in crescita che sta
vivendo un boom economico, dove si percepiscono ottimismo
ed energia. Un futuro a portata di mano. In Italia c’è un Paese
vecchio, dove l’età media si aggira intorno a 45 anni.
In Sudamerica c’è un Paese giovane,
dove l’età media è 30 anni. Il Brasile è pronto.
Ricchissimo di risorse, stabile politicamente. E in fase di sviluppo, grazie a scelte lungimiranti degli ultimi tre presidenti:
Cardoso, Lula e Rousseff, che hanno operato per la crescita, il consolidamento e un generale miglioramento sociale. Da
cinque anni l’economia è decollata a pieno ritmo, ma negli ultimi tre il processo si è accelerato. Ora il Brasile punta a
uno sviluppo sostenibile e bilanciare inflazione e ritmo di crescita. Nel 2010 la crescita del Pil era stata del 7,5%, collo-
cando per trend positivo il Brasile subito dopo Cina e India, che con la Russia formano la squadra dei Bric, i paesi che
stanno determinando le sorti dell’economia mondiale: nazioni popolose, in forte urbanizzazione, ricche di materie pri-
me e di ambizione di crescita, umana ed economica. L’anno scorso il ritmo di crescita del Pil del Brasile (al sesto posto
sile
Rio de Janeiro
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